3.1-0 vilirsi. Dal che, serenissimo principe, chiaramente si può comprendere quanto importi la virtù d’un uomo solo, e che l’esercizio e l’industria vince sempre senza fallo i difetti della natura. La gente spagnuola è gente pazientissima, atta all’espugnazione delle città per l’agilità e destrezza del corpo, alle scaramuccie per la hontà dell’ingegno che ha vigilantissimo, a riunire onoratamente le rotLe quando per avventurane tocca. E cortese nel pralicaree nel parlare quando è inferiore; onorata molto nel vestire e in tutte le cose apparenti; avara e desiderosa d’arricchirsi per ogni via; sobria e parca nel mangiare e nel bere. L’esercizio dell’armi non è il suo proprio, ancor ch’ella ne faccia professione, ma l’impara però agevolmente. E quella gente che è stata al servizio di Cesare, si è fatta alle guerre d’Italia ed alle guerre straniere. De’Spagnuoli l’imperatore si potrà servir sempre in poco numero fuori di Spagna; perchè essendo così facile ora la navigazione all’Indie, ove con minor pericolo e minor fatica si va a risico di guadagnare assai ed arricchirsi, quella gente, che usciva alla guerra per non avere altro modo di vivere, attende ora più volentieri, e con maggior animo a questi viaggi: e però con tutta la diligenza che fu usata in nome di Cesare per farne uscire sei mila contro Francia, ne furono appena condotti tre mila e cinquecento, tutti tristissima e male ordinata gente. E ben vero che se dovessero uscire ad alcuna guerra fuori di casa sua , usciriano più volentieri a quelle che si dovessero fare in Italia, perchè hanno vedulo che tutti quelli che ne sono ritornati, sono ritornati tutti ricchi; oltre che avendo in Italia quanto l’imperatore dà loro in Spagna, pare