di Sassonia è maresciallo; e il marchese di Brandemburg cameriere: nè mi voglio estendere a ragionare più particolarmente di queste cerimonie. Stanno gli elettori in grandissima riputazione, e vogliono precedere a tutti gli altri, e in Alemagna ai re. Sono superbi per questa preeminenza, la quale nondimeno è usurpata da loro, e sopportata dagli altri principi fuor di Alemagna, piuttosto che consentita: perchè per l’autorità data da Leone III a Carlo Magno primo imperatore d’ occidente, estendendosi l’autorità dell’imperatore per tutta la cristianità, e volendo, quando vaca uno stato per la morte d’un signore senza eredi, ereditarlo lui, troveriano pure che tutti quelli che sono interessati intervenissero nella elezione; si che un elettore fusse italiano, uno francese, uno spaglinolo, uno inglese, e cosi delle altre nazioni che sono tra’cristiani in qualche nome. Ma nella decadenza della progenie di Carlo Magno, volendo Ottone III, che era di Sassonia, del tutto fare la Germania padrona dell’imperio, statuì gli elettori, che sono i detti di sopra, cioè li suoi di Sassonia, li marchesi di Brandemburgh che gli erano parenti, e i Palatini per la memoria di Carlo Magno; e lasciò fuori li duchi di Franconia e Svevia, ed altri principi che erano allora molto maggiori: ed avendo, nella morte di papa Giovanni XV, fatto a Roma creare Gregorio V, pur tedesco di Sassonia e parente suo, il papa confirmò quest’ ordine, riservandosi solamente l’incoronazione, nè volendo che l’eletto, senza ciò, si possa chiamare Imperatore Augusto. * i Se vuoisi prestar fede allo storico Maimbourg (jOecadence rie l’Empire, L. Il), nè ad Ottone 111 si debile la instituzione degli elettori, nè a Gregorio V la confermazione della medesima, come rjui è dello.