25 I acquistati. Denìcjue, se il re vuole seicento mila franchi, ne dimanda un milione. E qui si sta sulle dispule un poco; in fine si conclude la cosa. E li sborsi si fanno per porzioni eguali fra li prefati tre stati secondo il capitale d’ogn’uno; e il danaro si corrisponde di terra in terra, e denique viene al cofano di Parigi. Sopra la qual esazione di taglie vi sono tanti offiziali, ricevitori e tesorieri generali, e tante espilazioni,che è uno stupore. Normandia è sempre la più gravata, e gli uomini di quella provincia pagano più che li sudditi di vostra serenità; ma le altre stanno meglio, perchè Bretagna, Borgogna e Savoia sono di più nuovo acquisto: Picardia e Schampa-gna sono piccole, e rovinate, per esser in confin de’ nemici. Di modo che la carga si risolve su Guascogna, Linguadoca, Normandia e Francia, con il paese di Poi-ctù e la Roccella. Oltra a queste taglie, quando il bisogno occorre, se ne dimandano delle altre estraordinarie, tutte ad arbitrio del re, tutte però minori dell’ordinaria. E di più vi sono gl’ imprestiti, li quali il più sono donativi, perchè rare volte si restituisce, sebbene hanno nome d’imprestiti. E tutte queste imposizioni si pagano con una estrema obbedienza, e violenza a chi non lo fa prontamente. In fine vi sono le decime del clero, le quali per il passato si solevano tal ora far pagare con licenza del papa. Ora, considerando il re che tutti li benefizii di Francia sono o vero di fondazione reale, o vero de’prin-cipi (nel loco dei quali, i re sono successi) o vero sono siati dotati dai popoli ( delli quali loro sono legittimi signori e padroni); gli par per questo poter aver libertà senza consenso d’altri, di dimandare qualche aiuto nelli bisogni alli suoi amici, e a questi di darlo. Il che se fosse proibito, saria levato il fondamento della gratitudine e