nione che le reliquie di quel cosi mal capitato esercito fossero conservale dalla sola sua virtù e costanza d’animo. In tentare tre fiate il regno di Francia 1, è stata sempre opinione sua; nel che, quantunque poco felicemente è riuscito, si vede però che animo egli ebbe: e nell’ ultima impresa, ov’io mi son ritrovato, intenderanno le eccellenze vostre come il passare avanti e il combattere l’esercito inimico fu sua opinione. Da questo ardire che dimostra l’imperatore nasce che è amato e stimato assai da’soldati, e tanto più quanto egli paga a tulti ciò che promette. Non può in modo alcuno dissimular questo principe il piacere che ha quando si trova alla guerra. E in quel tempo tutto allegro, tutto vivo, e siccome nelle città e nel resto della vita è gravissimo, così nell’esercito vuol essere in ogni luogo, vuol vedere e intendere ogni cosa, e, dimenticandosi d’essere imperatore così grande, fa officio anco di semplice capitano. Molti dicono che questo voler ritrovarsi dell’imperatore nelle imprese apporta seco molta incomodità, perchè, essendovi la sua persona, è sempre cosa più necessaria andare più cauti nel camminare, più riservati nel combattere e nel tentare solo imprese che riuscir possano; là dove, non essendovi la persona di Cesare, sarebbero più audaci li capitani nel tentare la fortuna, cono- lo V contro Algeri, col disegno di esterminare, in quel principale loro nido, i pirati che infestavano il Mediterraneo. Una fortuna di mare gli conquassò la flotta, pochi giorni dopo lo sbarco, e lo lasciò su quella spiaggia sen/.a vettovaglie e senza munizioni. A stento potè riguadagnare la Spagna colle reliquie di quell’esercito fracassato. Di questo effetto fu causa la qualità della Cagione ; intorno che furono vane le rimostranze dei Doria; e degli altri capitani di terra e di mare , e quelle ancora di Paolo 111. 1 i5j4, i536, i544.