205 odii infiniti hanno alteratosi l'animo di sua cristianissima maestà, che essa mai non ragiona di alcuna di tali cose, che non si scaldi tutta di passione, e di ardore di vendicarsi un giorno. E poi il sospetto ed invidia che F uno e F altro ha in sè di non vedersi più grande e più potente, fa che, conoscendo lo imperatore che il re cristianissimo cerca con ogni suo sforzo e ingegno di ridur tutta la Francia sotto d’ un capo solo, e che per ciò si è tanto affissato nello stato di Milano (perchè dando questo a monsignor d’Orliens % viene a metter nella corona la Bretagna, la quale per obbligazion di dote, avendo il re cristianissimo più di un figliuolo, doveria darla al secondo figliuolo 3; e li popoli di quella provincia difficilmente servono alla corona, che vorriano aver un proprio signore: e viene a metter d’accordo li fratelli; e si fa un fon- 1 « Della morte del delfino , accaduta il io agosto dell’anno i53G , è stalo u molto e variamente discorso, benché le circostanze che accompagnaronla a « noi sembrino di natura da escludere ogni arcana e stravagante supposizione, •i II principe, giovine di delicata costituzione , grondante un giorno ili sudore •< per smoderato esercizio della palla , volle bere dell’ acqua diaccia , la quale « gli cagionò un’immediata infiammazione di petto , che in quattro giorni « lo condusse al sepolcro. Ma per sospetto naturale a que’tempi vinse l’idea del ti veleno, e fu accusato il conte Sebastiano Moutecuccoli suo coppiere di « averglielo propinato in quella occasione. Per scoprire la verità , V infelice « fu posto alla tortura , sotto i tormenti della quale asseri ciò che i processan-ii ti gli andavano suggerendo. Confessò così di essere stato compro da Antonio « di Leyva generale di Carlo V , non che istigato dal medesimo imperatore ci ad avvelenare non il delfino soltanto, ma il re stesso con tutta la sua « famiglia : conseguenza della quale deposizione fu un decreto del 7 ottobre « di quel medesimo anno, che condannò il Moutecuccoli ad essere squartato vili vo per mano del bop. » (Alberi, Vita di Caterina eie’Medici, Periodo }]■) In progresso lo stesso Francesco mostrò poi di non doversi tenere per accettabile quella supposizione. 2 II duca d’ Orleans del quale in questo luogo si parla, non è più il secondogenito di Francesco 1, ossia il marito di Caterina de’ Medici, ma bensì il terzogenito , per un grado ascendente al quale li aveva portati la morie poco sopra indicata del delfino. 3 Vedi la nota prima a pag. if>5.