354 gio di quello che non è stato, non crederà cosi facilmente alle altrui parole e alle speranze che gli verrebbero date. Fingerà però l’imperatore, per opinion di tutti, amare quelle due maestà, finché si spediscano e terminino quelle altre cose a cui giudica ora esser maggior bisogno di provvedere; e avendo un figlio e una figlia da maritare, potria con 1’ una e con l’altra di queste maestà, per via e con speme di questi matrimonj, intrattenersi e menarle a lungo quanto vorrà, e gli sarà espediente; perchè essendo anche essi re, ed avendo chi figli e chi figlie da maritare, bisogna poi che li parentadi si facciano e si concludano tra eguali. Olirà che il re d’Inghilterra averà sempre rispetto a Cesare per la commodità ch’egli trae dalla Fiandra e dalli Paesi Bassi di molte e varie cose appartenenti al viver umano, di che n’ha quel regno penuria grandissima, essendo da per sè sterile alquanto. Monsignor di Granvela cercherà d’intrattener l’imperatore più che potrà, che non si discuopra col re cristianissimo; perchè olirà eli’ ei stima che ciò forse sia il benefizio del padron suo, conosce anco che fa per sè, e che egli ne ritrae grandissimo utile. Perchè essendo l’imperatore indisposto, come egli è, e potendo anco, come uomo, morire agevolmente; se o esso monsignor di Gran-vela sopravivesse, o morendo anco egli restassero gli figliuoli, li quali come eredi avrebbero la maggior parte, anzi ogni cosa, in Borgogna; conoscendo, perchè è savie, che quelli che sono stati grandi appresso i padri, ed eglino e la sua discendenza sono odiati dagli eredi; vedendo ancora essere poco in grazia della nazion spagnuola;per benefizio suo particolare, cerca d’intrattenere questa amicizia del cristianissimo, a fine ch’egli ed i suoi possano a casa loro più sicuramente e con maggior commodità