k^e ben la serenità vostra * delle cose di Francia ha sempr’ avuto di tempo in tempo prudenti e copiose relazioni dalli durissimi predecessori miei, e da me anco per lettere nuovamente abbia inteso tutto quello che d’importanza è venuto a notizia mia; nondimeno essendo quel regno per la grandezza sua tanto abbondante di diverse cose, e sottoposto a continue variazioni, non può l’uo-mo, per diligenza che usi, fare che non lasci addietro molte cose da cogliere a quelli che succedono ; e che ogni giorno non nascili no novità degne di considerazione grandissima. Al che si aggiunge che, mutandosi anche in qualche parte ordinariamente questo «ccellentissimo senato, non sarà fatica superflua a me, alcune particolarità che mi avanzano di quel regno narrare, e a vostra signoria eccellentissima udirle non trovandosi cosa al mondo che tanto confermi nelle buone deliberazioni degli stati, quelli che li governano, nè che li possa mutare quando vedano di meglio, che d’intendere minutamente o le laudevoli constituzioni o gli errori dei vicini, dal paragone dei quali le cose proprie si giudicano poi più sinceramente. i Doge, nel i5\(i, era Francesco Donato.