263 che la pareva cosa poco credibile; e quando giunse il corriero che mandai con la nova della conclusione, si credeva più presto che avesse portata la rotta, o ver la vittoria della giornata. Si cavò onorevolmente Cesare fuor di guerra con questo accordo; e si liberò da molti travagli e servitù, perchè mantenne l’amicizia con An-glia, e vinse la querela con Francia, che fu di fargli accettare Milano come feudo novo, e non come ereditario della casa d’Orliens, siccome avendolo offerto del i538 a Nizza e del i5/jo a Gant, non fu voluto accettare. Si può anche dire che il re cristianissimo facesse uno avantaggioso accordo, ricuperando il suo per qualche via o vero a qual modo si volesse 1. Questa pace alla serenità vostra non debbedar molestia nè sospizione alcuna: perchè, sebbene il re cristianissimo non si trovava molto contento di lei per il negozio del reverendissimo di Ferrara a, nondimeno essendo Cesare, nelle mani del quale stette l’arbitrio delle condizioni di quella pace, satisfatto di questa eccellentissima repubblica, però lei poteva starsi sicurissima. Ma il papa che si aveva scoperto nemico all’imperatore, e non fattosi amico il re, non avendo conclusa mai cosa alcuna, nè datogli favore se non di promesse, intendendo 1 La pace di Crepy, 18 settembre i544> tra la Francia e l’Impero, che aveva per base la scambievole restituzione delle terre occupate dopo la tregua di Nizza , e la ricognizione delle Fiandre o del ducato di Milano al duca d’ Orleans, btmchè per solo titolo dotale e non di antico diritto, era la più onorevole che la Francia avesse conclusa dal principio del secolo, benché io ritenga, come altrove ho notato , che già non fosse Carlo Y per osservarla , in quanto si riferiva alla dote del duca d’ Orleans , ove anche non fosse così opportunamente per lui sopravvenuta la morte del medesimo. a Ippolito d’Este, fratello del duca Ercole II, fu mandato inutilmente dal re , nel principio del i544> a trattare coi Veneziani alleanza contro l’Impero.