75 no, che morendo alcuno che le sia stato servitore, per grande o caro che le Tosse, non si ricorda dopo morte più del servizio, non si vedendo che alli suoi in memoria del servitore morto faccia quella dimostrazione che un tanto servizio ed affezione pareva che ragionevolmente dovesse portare, sì che questo, come dicono, rimali morto in tutto. Ma in vero quei medesimi poi non ponno ciò negare, che pur spende nel piatto suo e delli suoi che tengon tavola, nella caccia, ed in altre spese sue ordinarie, e in doni ancora assai più che non faceva il re cattolico, che è tanto laudato da ognuno; nè lascia di remunerare in qualche forma tutti quelli che 1’ ha li servita, il che fa quando può o gli viene occasione di farlo, o con vescovadi, abbazie, commendarie, o con qualche stalo, o con diverse provvisioni, o con denari contanti, benché in tal remunerazione pare che più pronto e più largo sia verso Fiamminghi che verso li Spagnuoli o Italiani, che in vero più a quelli, come si dice, essendo nato e nutrito tra loro, che a questi ha naturale inclinazione. Dona ancora assai a diversi signori, ed ambascia-tori di principi, e ad altre simili persone, e so per chi ha maneggiato i conti suoi, che nella partita sua di Bologna fece dono a moltissimi Spagnuoli che di là si ritornorono in Ispagna per più di scudi trecento mila; ed in Bruselles questo luglio passato fu levato un conto di molte spese straordinarie fatte da lui, dalli ventuno di marzo i53o che partì di Bologna fino al dodici di luglio seguente, le quali montavano alla somma di scudi dugento settanta mila, nè v’erano spese se non in donativi fatti a diversi signori e gentiluomini ed altre persone tali, per il che non pare che si possa