403 servarla, e lia grandissimo piacere che il Turco voglia fare il medesimo; onde io non so quel che si possa sperare in questa materia. Resta solo che io ragioni dell’ animo di sua maestà verso questo illustrissimo dominio, e come quello che è annumerato fra li principi, e come confinante di sua maestà: la quale desidererei poter dire che fusse intrinseca amica e benevola di vostra serenità. Ma non potrei farlo con verità, secondo che io credo, perchè se bene mentre che io sono stato in quella corte, io abbia avuto tutti quei favori e dimostrazioni di amore, da sua maestà in particolare e da tutti in universale, che si potesse mai desiderare, e che quei di corte m’abbiano sempre molto onorato ed accarezzato, questo procede non solo perchè 1’ uomo di corte e i principi non giudicano essere obbligati mostrare di fuori quello che hanno di dentro, ma anco perchè non gli ho dato causa di fare altrimenti, anzi ho provato di guadagnarmi sempre l’animo di sua maestà, e di tutti quelli di corte con servitù e cortesia. Ma in vero giudico che sua maestà, con tutti quelli di corte, non abbia punto buon animo verso questo illustrissimo dominio, e che da lei si possa più presto in una occasione aspettare discordia e guerra, che concordia e pace: e questo credo che proceda da due cause generali e da due particolari. Le due generali credo che siano, F una che i principi naturalmente odiano le repubbliche per molte ragioni che sono superflue a dirsi; l’altra è F essere confinante, onde nascono delle inconfidenze, come è consueto, le quali trovando l’animo del principe inclinato per natura a portare odio alle repubbliche, F accrescono ogni volta maggiormente: nè a queste due panni che si possa rimediare. Le due particolari credo che siano,