63 detto conte, ed è stimato di valer assai, il quale è stato adoperato da Cesare in molti maneggi, ed ultimamente in quelli di Francia, ove si dice che non è molto grato, poiché, come s’intende, non ha mai voluto dal re cristianissimo accettare nè pensione, nè dono alcuno. Dall’imperatore è amato assai, e da lui nella celebrazione della festa del Tosone in Tornay gli fu dato l’ordine, con il quale, non essendo egli uomo di alto stato, ma solo semplice gentiluomo, si reputò che fosse molto onorato. Monsignor d’Anicarm non pare che sia adoperato molto, nè espedisca negozj. Il marchese d’Aerschott, e monsignor di Beaurain sono capitani di gente d’arme, come si è detto, ed entrano nelli consigli dell’ imperatore, ma in quelli specialmente che si fanno delle cose di guerra. Il primo di questi due fu nipote di monsignor di Chievres, e però è stato con li fratelli favorito dall’imperatore molto; che a 1’ uno dei fratelli, il qual è morto, diede già 1’arcivescovato di Toledo, a due altri ha fatto avere i vescovati di Cambray e Tornay, e ad esso marchese donò il ducato di Sora nel regno di Napoli, che fu tolto al duca d’Urbino; ed essendo riputato molto gentile e cortese e prudente signore, è stato qualche volta voce ancora che l’avesse a far viceré di Napoli. Il secondo fu figliuolo di monsignor di Roeux, che in Italia si diceva della Rosa, e fu già prigione di vostra serenità, il quale ha molta grazia con l’imperatore,ma non s’interpone mai in alcun negozio. Niuno però di questi consiglieri è ora di tanta autorità che non parli con l’imperatore sempre con gran rispetto nelle cose sue, perchè sua maestà non si rimette ad altri in cosa alcuna , se non in quelle che vanno per