134 ed espediti, e dalli ordini già dati in gran parte da questi due principi ho potuto comprendere, mi pare che si possa ragionevolmente discorrere delle forze che si possono aspettare si da mare come da terra da questi due principi contro tanti apparati turclieschi che si sentono, e dirne con assai fondamento qualche cosa; il che credo che dalle signorie vostre eccellentissime sopra ogn’al tra cosa forse ora s’aspetti d’intendere Sono dunque in questo proposito da considerare le forze sì proprie loro in qualunque modo, come esterne che aspettano di altronde. Le proprie loro chiamo così quelle che avranno di gente pagala delli proprj denari, come quelle che gli saranno somministrate dalli sudditi loro. Esterne poi chiamo veramente quelle che sono per avere da esterni amici e loro confederati, come dalli principi e stati d’Alemagna, dal pontefice, o da altro principe o stato amico. E cominciando dalle forze di mare, la maestà del-l’imperatore si ritrova avere al presente armate di proprio quindici galere del principe Doria, due del signore di Monaco, sei del regno di Sicilia, e due del regno di Napoli. Appresso ha in Spagna armate dodici galere, quali tiene di continuo per custodia e sicurtà di quelle sue marine dall’infestazione di Barbarossa e altri corsari; nè queste dodici par che si pensi muovere di là per altre imprese. Ma oltre le dette del Doria, Monaco, Sicilia e Napoli che sono in tutto venticinque (non avendo ora il modo di potere armare per sè altre galere) ha deliberalo di armare appresso fino a quaranta f E ragionevolmente, porche a quell’ora già si sapeva essersi mosso Solimano con trecento mila uomini alla volta dell’Ungheria , di dove poi Carlo V , comandando in persona l’esercito, lo costrinse ben presto a ritirarsi.