287 pace non gl’importasse nulla; perchè prima che finisca no li otto anni, e che Bologna si restituisca, la cosa del matrimonio con la erede di Scozia sarà ultimata 1 ; alla quale, per aver Bologna in mano, spera avere il re cristianissimo favorevole, o vero almeno non contrario. E quanto al render Bologna, mò, questi otto anni lo giovano estremamente. Perchè, non facendosi il deposito delli danari appresso d’altri che del re cristianissimo, e essendo tanta grossa somma d’oro, si può credere che mai si debba del tutto finire, potendo accadere mille occasioni di spese, necessarie a chi spende volentieri. E se pur tutti questi dui milioni si troveranno in esseri allora, e che lui abbia ottenuta la figliuola di Scozia, spera che il re cristianissimo non debba ancora comprare mai così cara una terretta, come Bologna. E se pur anche la vorrà ricuperare, non so chi averà causa di dolersi più, o Inglesi alienando quel loghelto, guadagnando F azion delle sue pensioni, e tanl’oro ad un tratto; o Francesi evacuando le lor borse tanto come faranno ria-quistando quel logo che già dieci anni avean perduto, e nel qual tempo saran vissuti così bene senz’esso come fa-cevan prima quando lo possedevano. Però tornerò a dire che questo serenissimo d’Anglia ha negoziato le cose sue di pace e di guerra con un re molto più di lui potente, con la maggior riputazione, utilità e ingegno che mai facesse il re Edoardo III, nè il famoso re Arlus, che furono dei suoi predecessori li più gloriosi e nominati. E così finiti li travagli guerre e carestie e mortalità di Francia con questa pace ultima, avendone go- 1 Ossia del matrimonio di Edoardo, figlio di Enrico Viti, colla fanciulla Maria Stuarda, erede di Scozia. Matrimonio pel quale l’Inghilterra avrebbe pacificamente conseguita la desiderata unione dei due regni.