242 na fortuna che dovevano avere tutti gli altri, siasi ristretta ed unita in monsignor delfino presente,il quale dà con le virtù sue infinita speranza a’Francesi, che debba riuscir il più valoroso principe che sia stato in quel regno già dugento anni; il che è grandissimo refrigerio a quei popoli, che mitigano il dolore di qualche avversità presente con la speranza del bene che ha da venire. Questo principe è di anni ventisette1, fortissimo di corpo; e riesce nelli esercizi! dell’ armi benissimo. È di complessione alquanto malinconica; non è molto bel parlatore, ma risponde risolutamente; e osserva quel che dice etiam mordicus, perchè è molto fisso nelle opinioni sue. E di mediocre ingegno, più presto tardo che pronto; la qual sorte d’ uomini suole riuscire molle fiate benissimo, maturando tardi, come li frutti dell’autunno, e così portano più commodità al mondo, che la prestezza delli frutti di primavera o dell’ estate. Disegna questo signore aver piede in Italia, perchè non è stato mai d’opinione che si ceda il Piemonte *. Intrattiene gli Italiani che della patria sono mal contenti; e spende il danaro con gran misura, ma molto onoratamente. Non è molto dedito a donne: solo si contenta della moglie, e della pratica e conversazione della gran sini-scalca di Normandia3, donna di quarantotto anni. Però alcuni credono che questo amore, cli’è grandissimo, non 1 Era nato il i3 marzo 1519. 3 La miglior parte del Piemonte era stata conquistata dai 'Francesi iìno dal i536, nel bel principio delle nuove guerre ricominciate tra la trancia e l’impero in occasione della morte del duca di Milano. La pace di Crepy non risguardò in modo definitivo gli affari di quel ducato, che non fu restituito al suo legittimo principe se non nel i5.r>9 per la pace di Castel Cain-Jirese, dopo ventitré anni di dominio straniero. 3 Diana di Poiticrs.