4(Ì2 Ha il re intorno a scudi dugento cinquanta mila di entrata; di più le miniere del piombo e del sale, che sono tutte di sua maestà, e di più dieci mila della trementina, e del mele e cera che fanno le api in sugli alberi. Ha guerra il più delle volte o con Tartari o con Vallaceli!, o con Moscovi. E in età decrepita, nè può più operare cosa alcuna ; ma la regina Bona, che è di casa Sforza e duchessa di Bari, e tiene che il ducato di Milano si aspetti a lei, è donna di grandissimo intelletto, e governa ogni cosa. Il figliuolo ha il nome del padre, Gismon-do; è di anni trenta, senza figliuoli, e per ancora non maritato dapoi la morte della moglie che ebbe, e non è uomo di molta speranza, lnsomma fra il re di Polonia e il serenissimo re Ferdinando non è se non odio; ma se la passano in cerimonie e belle parole. Segue per confini il signor Turco da levante, per FUngaria, e per tutte le provincie verso mezzo giorno, dell’ animo del quale verso il re, e di quello del re verso lui non mi occorre ragionare, perchè si sa che sono na-turalmeute inimici, e che finalmente bisogna o che l’imperatore lasci stare tutte le altre cose ed attenda all’impresa d’Ungaria (la quale, per universal giudicio, sarà riuscibile se sua maestà avrà l’aiuto di Germania), o che il signor Turco, ogni di avvanzando qualche cosa , finalmente si metta nell’Austria e nella Moravia, e riduca il re particolarmente, e generalmente tutta la Germania a mal partito. Ma si vede nondimeno che l’imperatore abbonda molto più a trovar modo di non far quella impresa che a farla, avendo mandato ambasciatore suo al Turco forse non con tutta quella riputazione che si richiederla in un imperatore de’cristiani cosi potente: ed ultimamente ha fermato la tregua per cinque anni, e vuole os-