J vi farà seco loro, aver l’occhio dove bisogna,e corrisponderli deipari, non ingannandosi dal buon animo e dalla giustizia sua a quella degli altri. Perchè, signori eccellentissimi, per quel che ho provato io fin qui, 1"osservanza delle promesse, e 1’ amminislrazion di ragione che si la nello stato vostro, non si fa in loco altro del mondo. Fatta adunque la confisca zion delle navi , alcuni di poi vennero lettere di vostra serenità e dell’orator Monluch, con nove istanze e ragioni, le qual furono da me presentate, e accompagnate con quelli offici! che maggiori potei. Le lettere non erano lette se non tardi; 10 era mal udito, e le ragoni peggio ammesse; e le operazioni mie erano nulle: di modo che il re e quelli del consiglio in presenza di tutti mi davano delle ribattute e ripulse, vergognosissime non a me che poeti le curava , ma a vostra serenità. E so che molti restorno stupefatti di tanti disfavori fattimi cosi ili palese. E però se non sono stato così pronto, nel fine, nell’andare a pigliarne de’ simili spesso, non polendo operare se non 11 contrario di quello che bisognava, debbo essere laudato, non che espusalo. Vennero poi le altre lettere di vostra serenità, con la copia del capitolo di quanto gli scrisse il clarissimo pre-decessor mio aver negoziato con il re circa il libero poter navigare per F Oceano. Ma questa ragione e promessa non valse cosa alcuna più di quel che valessero tutte le altre. Poiria essere che sedi essa al principio io fussi stato avvertito, saria stala la cosa posta in più considerazione: ma non avendone mai saputa parola, io non allegando uè quella ragione nè quella promessa del re, manco loro la volsero poi considerare a questo proposito. E qui non resterò di dirvi che nonsaria forse male,