276 onore dall' isola di Vich (Wiglit ' e non sapendo eli' altro fare per 1’ armata nemica, che sempre aveva a fianco, sbarcò sotto Bologna una parte di gente e tre mila guastatori, e diede principio a un forte, il quale si mise in difesa in dui mesi susseguenti: che fu cosa rara,e forse mai più intesa, che in faccia di una terra gagliarda, a un certo tiro di cannone, si fabricasse una fortezza in campagna rasa. Il qual forte, come ho detto, fu difficilissimo da fare: ma fatto, non diede poi quella speranza, che si credeva per quella via d’ assediar Bologna. L’ armata .si disfece, e non stette fuori che trentadue giorni , che fu da’ 18 luglio a’ 9 d’ agosto. Queste poco onorevoli riuscite non furono di molto dispiacere al papa, le offerte e contribuzioni del quale contra Inglesi non furono acettate dal re cristianissimo, come non convenienti nè a sua santità nè a sua maestà. E perchè vostre eccellenze intendano meglio la radice di questo rifiuto, gli dirò. Siccome esse si debbono ricordare, aveva il papa, nel negozio del reverendissimo di Ferrara1, dato più presto parole che fatti, perchè gli pareva più difficile e pericolosa cosa dar aiuti al re contra r imperatore, eh’a prometterli. Per questo menando la risoluzione in lungo, era entrato sul clarindeposito Parma e Piacenza, e non volerla consegnare allora a monsignor d’Orliens per dote della nipote 3, ancorché il predetto , reverendissimo dica che già il tutto era accordato con 1 Dove la (lotta francese aveva approdato sulla (ine di luglio a Negoziatore, avanti la pace di Crepy, di una lega tra la Francia e il Pontefice. 5 Una delle condizioni del sopradetto trattato era di dare la figliuola di Pier Luigi Farnese in moglie al duca d’Orleans, con in dote Parma