4o8 «rare quel che ella ha; e all’incontro è povera quella che ha poco che dare alle altre, e molto che gli bisogna da loro. Con questo fondamento dico, che l’Ale-magna non può esser ricca; perchè ella ha poche cose che dare alle altre, e ha bisogno di molte dall’altre che non ha. Perciochè se bene ha biave assai, però non ne manda fuori della provincia, se non poche, ma le consuma in mangiare e bevere, e non ha cosa, che gli avanzi pertinente all’ uso necessario dell’ uomo: e quando ave-remo ben bene considerato, troveremo che i metalli sono quelli che 1’Alemagna dà alle altre provincie, cioè argento, rame, e piombo; ma di queste tre sorte non importa se non poca somma di danari, perchè l’argento, che è quello di maggior valore, non è poi tanta quantità che possa sopravvanzare la valuta delle robe che ha bisogno da altri, e che a questo modo la provincia resti ricca; perchè sono poi due miniere sole di qualche importanza, cioè quella di Sboz nel Tirolo, e quella di Anna-bergb in Misnia: che 1’altre non son miniere che rendano gran quantità di argento, e tulle però vogliono gran spesa. Vediamo ora quante cose sono quelle di che 1’ Alemagna ha bisogno dalle altre provincie, e che sono portate in quella per conto di mercanzie. E prima dico che le mercanzie principali si dividono in robe per vivere, e robe per vestire, lasciando stare le delicatezze. Quanto al vivere, l’Alemagna tutta mangia gran quantità di speziarie di ogni sorte, ed è così usata a quelle, che le tengono più che necessarie; e nondimeno bisogna che elle siano portate da Portogallo o da Venezia, e all’incontro le pagano di tanto argento. E molte altre cose prendono di fuori, come li zuccheri, l’olio