347 Dell’ animo di tutti questi ministri verso vostra serenità e questa illustrissima repubblica, per quanto si giudica dalle parole eli’ egli dicono, si può riputare che sia buono. Ma considerando che tutti sono oltramontani, cioè naturalmente poco amici d’italiani, e di coloro meno che nulla gli danno, potrebbe essere che l’animo e l’intrinseco del cuore fusse dalle parole diverso. Dell’ animo dell’imperatore verso gli altri principi, malagevolmente cosa certa si può dire; perchè non è cosa alcuna che abbia più secreti che la mente e il cuor umano; e molto più ascosti e intimi secreti hanno gli animi de’principi che di qualsivoglia altro uomo. E però, sì come la prima parte è stata fondata tutta in cose ch’io ho vedute, e delle quali particolarmente m’ho potuto informare, così tutta questa parte sarà appoggiata sopra congetture ed immaginazioni, che la serenità vostra non dovrà udire come cose che altramente esser non possano, ma come cose che variar si ponno e si variano ogni giorno, sì come si può variar la mente e l’opinion d’ un uomo. Si può però da questa parte congetturare e fare un saldo fondamento e una universal proposizione, che li principi non amano nè odiano alcuno se non per beneficio o danno loro particolare: il che si dee credere altresì dell’imperatore, e la sperienza l’ha confirmato, perchè s’ è veduto chiaramente che egli è stato amico e nemico di tutti, come ha giudicato che miglior gli torni. E stato nemico col re d’Inghilterra, e col medesimo ha fatto lega. Ha combattuto e fatto guerra a campo aperto venti anni continui col re di Francia,epoi, oltra molte altre tregue, fece ultimamente la pace con cui gli cesse lo stato di Milano. Con luterani, ora s’ è mostrato amico, ora inimico. Del pontefice ha detto parole molto acerbe