(Cj Q <^=si?* Q cfTnrr>''^'iTig^ t^gìS‘ ^ ^Tif5^ ‘V t~S'gT;:‘ ^ ^==g^ Q^iig^*'*'^ iSe tutte le operazioni nostre sono indirizzate a qualche fine, e che a quello principalmente debba attendere colui, che desidera delle azioni sue riportare buon frutto; giudicando io, serenissimo principe e signori miei eccellentissimi, che il fine degli oratori nelle loro relazioni, non sia altro che render conto a vostra serenità e a vostre signorie eccellentissime di quel principe appresso il quale sono stati per nome di questo illustrissiino' dominio, parlerò del serenissimo re de’Romani e delie cose sue; non di tutte però, ma di quelle solamente che mi pareranno e più necessarie, e più importanti; desideroso di esser breve per soddisfare almeno in questo, quando io non possa in altro, la serenità vostra e questo eccellentissimo consiglio. E perchè a voler discorrere sopra le qualità d’ un uomo si suol narrare le condizioni sue dei beni dell’animo, del corpo e della fortuna, io queste discorrerò, cominciando prima dall’ultima; ove parlerò principalmente degli stati che possiede questo principe, e di alcune altre cose ancora eli’ io giudico non poco necessarie all’ intelligenza buona di queste materie: perchè allora mi pai’e che si possa ben discorrere, e fondatamente, sopra i beni dell’animo e corpo di un