remtà vostra contra il Turco 1, la quale gli ha dato in la corte di Francia tanta riputazione e tanto nome, che, se il nostro signor Dio gli darà egual ventura (come è da sperare ), mai non fu principe o repubblica al mondo più gloriosa di questa. E in vero, serenissimo principe, quando che, dappoi la dissoluzione del convento a Nar-bonn, venne la nuova a questa corte, che la serenità vostra aveva rifiutata la pace col Turco, e deliberata la guerra con la lega (perchè la opinione del savio e buon governo delle vostre eccellentissime signorie è, quanto può essere, avuta in riputazione grande in quella corte ), parve che ogn’ uno voltasse gli occbi verso il re cristianissimo, e dicesse che quanta laude si doveva dare alla serenità vostra di tal cosa, tanto biasmo doveva venire alla maestà sua, quando col nome e con le forze sue non aiutasse così bella impresa. Di modo che, e l’illustrissimo contestabile, e esso re medesimo, quando poi gli comunicassimo lo avviso, si risentivano, e quasi si vergognavano di dire che non potevano accompagnarsi con le signorie vostre eccellentissime, perchè non si potevano accordare coll’ imperatore. Onde è da credere che sua maestà cristianissima, vedendo che nel tempo che questa santa lega sarà occupata a far la guerra al Turco, se essa volesse dar molestia alla maestà cesarea o in Italia o altrove (il che saria 1111 revocarla dalla detta im- 1 Se il Giustiniani intende qui di far onore a Venezia della prima mozione della lega del 1537 contro il Turco , non è sincero. Primo e caldo molo-re uc fu Paolo III fino dai primi giorni del suo pontificato, il quale aveva, a questo fine, tanto adoperato per indurre la pace tra Carlo V e il re diT°rancia. Anzi per testimonianza dello stesso veneziano Panila, la repubblica si tenne per alcun tempo esitante, finché di nuovo sollecitata dagli ambasciatori di Cesare, si collegù ; e la lega fu stretta in Roma fra questi tre potentati sul finire del 1537. Se ne leggono i capitoli in Paruta al libro ottavo della parti' prima.