318 E perchè non è azione che l’uomo faccia, che non abbia la sua cagione sufficiente, e quelle che sono maggiori sono fatte con maggiori cause, giudico che non sia fuor di proposito considerai^ in queste grandi azioni, che avvenute sono nel tempo della mia ambascieria, le cause, incominciando, serenissimo principe, dall’ultima passata di Spagna in Italia ' e poi in Germania fatta dall’imperatore; commemorando brevemente perchè passò, poi venendo a considerare le cagioni della pace, e perch’egli non la volse accettare quando venne il duca di Lorena, e poi il Cardinal Farnese, e perchè la fece poi con più triste e inique condizioni. Molte sono state le cagioni che hanno mosso e mover dovevano l’imperatore a passare di Spagna alla ruina del /duca di Cleves. La prima, che, essendo questi suo vassallo, non doveva tollerare che con l’esempio di costui (di tenere occupato lo stato di Gheldria, che per la morte del duca doveva pervenire a sua maestà) altri disegnassero fare il medesimo 1. S’ aggiunge- 1 Maggio 1543- a Abbiamo veduto a pag. 5i , come Carlo d’Egmont duca di Gheldria fosse già convenuto con Carlo V, che venendo egli a mancare senza eredi, lo stato suo s’intendesse devoluto all' imperatore , e riunito agli altri suoi di Fiandra e di Brabanzia. « Ma ( dice un luogo più innanzi della pre-« sente Relazione, che ci sembra tornare qui più opportuno), mutato con-« siglio, il duca vedendo pure dover morir senza eredi, tentò prima di far « giurare a’ suoi stati fedeltà e devozione al re cristianissimo. 11 che avendo « eglino ricusato di fare, ordinò che togliesscro il duca di Cleves per loro