9° per elezione (lei baroni della provincia, secondo il solito costume loro, il regno di Boemia, e con questo congiuntamente le provincie, cioè li ducati di Slesia e di Moravia. E non solamente per causa della moglie, che pai-che debba rimanere jure successioìiis ab intestato, erede del morto fratello, ma per diverse altre ragioni pretende pure al regno d’Ungheria, del quale parte ne possiede , e del resto è in contenzione col re Giovanni1; perla qual causa è successa tanta guerra, che ha fallo pervenire una gran parte e forse la miglior di esso in mano del signor Turco, ed il resto, con buona parte dell’Austria, dalle incursioni, depredazioni ed incendj turcheschi rimaner quasi distrutto, e dell’ esito di essa, con poca speranza forse di ben alcuno, si sta ancora in dubbio. E poi ancora nella Slesia un ducato, chiamato il ducato di Open, che dopo morto il suo duca, il quale è vecchio molto e senza erede alcuno, s’ha, come feudo regio, a devolvere alla corona. Di questo, ad istanza e con autorità e consenso del re Lodovico d’Ungheria defunto, fu da detto duca instituito erede il marchese Giorgio di Brandelli burg zio e tutore di detto re, ma non gli avendo mai voluto il re Ferdinando confermare nè taleinstitu-zione, nè la donazione di alcuni castelli e luoghi d’Ungheria, dopo molta controversia in line l’anno passalo si sono convenuti tra loro che il detto serenissimo re Ferdinando abbia da pagare al detto marchese rainos 1 du-gento cinquanta mila in termine di due anni, e ritenga * Giovanni Zapolski, conte di Sepus, eletto da una porzione dei signori Ungaresi loro re, dopo la morte del re Luigi. Solimano per giovarsi di questa occasione ai fini suoi, si dette a sostenere la legittimità di tale elezioue , e la nuova guerra da lui promossa nel i53a fu sotto questo pretesto. a Fiorini renensi, o di Reno, del valore di circa due terzi di ducato d’oro, come appare da un prossimo ragguaglio doli’ambasciatore medesimo.