172 stato, e in quello mantenuto, dicendo apertamente die alcuno non può tener lo stato di Milano se non con la buona volontà della serenità vostra Quel re ama anco vostra serenità perchè dice che Tarn or che gli porta è naturalissimo, ed utile per l’uno e per l’altro. E m’ha affirmato che mai ha sperimentato alcun compagno e confederato che sia andato più al gran cammino, cioè eh abbia proceduto più realmente che vostra serenità; e che mai ha fatto bene se non quando è stato con lei. Ed a me, per rispetto di vostra serenità, con tutti quei signori, m’ha fatto grandissimo onore. E non desidera altro che stringer l’amicizia con vostra serenità, perchè con quella egli reputaria che la grandezza di Cesare non fosse lauta, e per conscguente non la temeria; e con lei ri-torrebbe il ducato di Milano e la contea d’Asti. E cerca di affidare vostra serenità, dicendo che l’assecuraria con ogni modo possibile, e che non la lassaria mai per alcun partito che gli potesse far Cesare. E son certo che verrebbe a tutti quelli accordi che questo stato volesse. Nè lo muove che vostra serenità sia collegata con Cesare, se bene il fatto gli è stato molestissimo; perchè ammette la ragione che vostra serenità 1’ abbia fatto per necessità. E perchè le cose di Milano hanno certa colliganza con vostra serenità, perchè, o ad una via o all’ altra, esse ponno alterare la fortuna sua, dico che se bene il re cristianissimo ha per principale obietto la grandezza di Cesare, non però si parte dalle ragioni di successione che 1 Le sollecitazioni del Senato affrettarono la restituzione della città di Como e delia fortezza di Milano al duca , al quale offersero ancora i Veneziani di pn stare il denaro pel riscatto , e ne quietarono lo stato da molti torbidi che innanzi quella restituzione si fomentavano dai partigiani di Francia.