378 trammo poi in un altro maggiore cortile, cinto intorno da 1111 mirabile ordine di più di tre mila gianizzeri , ed altrettanti tra ciaus, muteferica , spai, schiavi dei pascià, ed altra gente, ordinati tutti ad uno ad uno vicino al muro, che rendevano vista maravigliosa, tanto più non si udendo fra tanta gente pure un minimo strepito di voce. Entrammo in una sala a piè piano nel mezzo del cortile, dove sedevano li pascià-visiri, i beiler-bei, i cadileschièr, Yagà dei giannizzeri, ed altri principali Turchi, li quali tutti levati in piedi salutarono li clarissimi, facendoli sedere sopra alcuni scanni senza appoggio all’incontro dei pascià; e subito fu portata una tavola rotonda d’argento,sopra la quale,senz’altro manti-le, fu apparecchiato il mangiare molto abbondantemente. Mangiarono a quella tavola Mehemet-pascià,primo visir, Tal-pascià, e Achmet-pascià, parenti del Gran-Signore, e tutti tre li clarissimi nostri. Gli altri pascià mangiarono a parte, e gli altri Turchi secondo i gradi loro, seduti come usano li Cristiani. Noi gentiluomini, e tutti gli altri della corte, fummo condotti sotto un portico grande nel cortile, dove era apparecchiato il mangiare in terra sopra tappeti, dove piuttosto coricati che se-duti mangiammo alcuna cosa, per non mostrare di disprezzare il banchetto loro, che era ornato di pane, riso, castrato, e qualche gallina per disgrazia, e sorbetto per bere in boccali di stagno una sol volta dopo pasto. Nè voglio restar di dire che i cucchiai, e quelli dei medesimi pascià , erano di legno *. Finito il banchetto uscirono li clarissimi della sala, e sederono in un altro appartato luogo nel cortile. In- 1 Singolare contrasto con tanta magnificenza del Serraglio !