1 25 all’anno e con persone cinquecento nella sua obbedienza, in occasione che li Russi correvano a danno delle genti di quelle parti. Li quali due sangiacchi stanno in parte discosta dalli luoghi di tutti li sopradetti beilerbei, nè obbediscono ad alcuno con particolare obbedienza, se non al serenissimo Gran-Signore. All’obbedienza delli beilerbei, e sangiac sono tutti li spai, cioè soldati a cavallo, al li quali, per loro stipendio, sono assegnati tanti terreni della stima di venti a trenta mila aspri, secondo il valore e favore di cadauno. L’entrata poi delli sangiac, beilerbei, spai, ed altri, può eccedere, come in fatti eccede, la predetta somma degli aspri venti o trenta mila all’anno, con questa differenza però, che lo spai per ogni cinque mila aspri che abbia di timaro (che così dicesi Y assegnamento di cadauna entrata), è obbligato tenere, e portare al tempo di bisogno ed alla mostra un uomo a cavallo pagato a sue spese, ma li sangiac, beilerbei ed altri per ogni aspri quattro mila. Questo si osserva specialmente nelli timari della Grecia, delli quali è tenuta particolar nota ne’libri di sua maestà, acciocché mancando uno spai, nè il timaro sia usurpato, nè il loco resti vacuo1. Tiene poi sua maestà sei capi, insieme con le loro compagnie, pagati delli danari del proprio caznà. Il primo è nominato spaì-agassi, cioè capo degli spai, il quale ha di stipendio aspri cento cinquanta al giorno , e timaro d’aspri venti mila all’anno, all’ obbedienza del quale sono spai due mila con stipendio a cadauno, per il meno, d’aspri quindici al giorno, e al più d’aspri 1 Ricordi il lettore che noi abbiamo veduto a pag. i4 essere li timari vitalizj.