a42 rono presentate in mano del pascià; il quale subito letta la lettera del governatore di Costantinopoli, che era il fratello di Rustan-pascià, si levò dall’udienza, ed entrato al Gran-Signore fecegli intendere quello che era, e di subito mandarono per trovare Ibrahim-bei interprete grande del Gran-Signore, acciò leggesse la lettera della signoria, la quale egli lesse al Gran-Signore, che gratissimo ebbe il tenore di essa, il che seppi dopo: e tutti li nostri che dubitavano ebbero gran consolazione che questa cosa avesse avuto tal fine. Nel principio dell’anno nuovo, Ottomano beilerbei di Bagdad uscì con la sua gente in campagna, tutti uomini eletti, deliberati di dare un assalto ad un castello che è tra l’Armenia Maggiore e il Diarbek; ma non ebbe poi mododi far quanto in animo aveva, perchè liacastellani se ne avviddero tanto a tempo, che furono trovati pronti. Visto che il disegno suo non andò secondo ch’ei desiderava, si deliberò di stringere il luogo con assedio; e perchè sapeva che alquanti dei castellani erano iti fuori per danneggiare un casale Turco, deliberò prendere quelli con inganno,imboscandosi per aspettare che quelli cadessero nelle reti : il che similmente non gli riuscì secondo il disegno, perchè coloro ebbero avviso di ciò ch’egli disegnava, e accompagnati con alquanti altri della fazione loro, che sono per quelle montagne, vennero per assalir lui, avendo prima commesso ad uno dei loro che andar dovesse nel luogo dove era il detto Ottomano,narrandogli che il figliuolo del serenissimo Sofì veniva con otto mila cavalli in aiuto di quelli del castello, e che di breve era per giungere in quel luogo. Ottomano diede fede alle parole che gli disse colui per ingannarlo, onde subito si pose in fuga, lasciando li padiglioni e tutte le bagaglie di die-