91 Ila grandemente memoria delle cose, ed in particolare delle forze del Gran-Signore , e come, e da qual parte si ha da temere. Ha fama con molti d’esser superbo e collerico, ma io l’ho trovato molto umano e piacevole, nè mai son restato dal dire le ragioni di vostra serenità in sua presenza, dalle quali vinto, come uomo di giudizio, tace e si ritira sopra qualche fondamento che paja a lui sostanziale, e certo con tale amorevolezza e modo, che si può sperar d’ottenere molte cose , e farlo capace del vero , e s’accomoda al tempo ed alle occasioni, e quel- lo che nega a un tempo lo concede a un altro facilmente. È ambizioso sopra modo, nè può farsegli maggior piacere che dirgli che mai questi signori Ottomani ebbero uomo più savio, e più prudente di lui. E avarissimo, e con danari si lascia indurre a far quello che 1’ uomo vuole. È naturalmente nemico de’cristiani quanto altro che mai sia slato, e dice che non bisogna fidarsi dei giaur, ma però mostra di far più conto di quei cristiani che più gli donano. Con esso si negoziano e trattano le cose d’importanza, ed avrebbe gran sdegno, e farebbe di molli mali ollicj quando sapesse che non s’andasse per sua mano. E inclinato alla pace per questa ragione principalmente, ch’egli conosce che non è cosa alcuna che gli potesse turbar la grande felicità che ha in questo mondo se non una guerra, alla quale quando ben andasse il Gran-Signore inclinato, esso però non lo consiglieria mai, siccome fece in quella di Persia; nella quale per la verità avendo patito il Gran-Signore, esso acquistò molto maggior grazia, come quello che lo aveva dissuaso. Così con mollo suo disconlento ha veduto nascere questa occasione e principio di guerra tra li serenissimi d’Austria ed il suo Signore, ed in tanti ragionamenti che ho avu-