ferrate, scimitarre, celate, e camicie di maglia, venuti ad incontrarci due giornate discosto; ed in detto luogo ritrovammo alcuni padiglioni del sangiacco preparati per gli eccellentissimi, dove bisognò fermarci due giorni ad istanza di Assan-pascià, il quale non lasciò addietro alcun' officio di cortesia e di gran presenti ad essi cla-rissimi e servitori loro, con caccie e giostre, ed altri piaceri. Questo Assan è di età di settantanni,di gagliarda complessione, e grato aspetto; valoroso e prudente nella guerra, ma non però tanto stimato dal Gran-Signore quanto egli vale, per li pochi favori che tienealla Porta , e massimamente da Mehemet-pascià, primo visir, che non ostante gli sia parente, se gli dimostra nondimeno poco amorevole. Era costui sangiacco in Ungheria, carico importante ed assai principale, dal quale poi fu rimosso, e posto in quest’altro sangiaccato di Ocrida, dopo principiata la guerra contro larepubblica di Venezia. E questo Assan assai ricco, ma molto più splendido di quanto comportino le facoltà sue. Da Chimera ci partimmo alli 29, e per dodici o quindici giornate cavalcammo per il paese del detto Assan, e furono per il vivere delle loro corti sempre li clarissimi ambasciatori presentati di tutte le cose con molta abbondanza. Partimmo per Scopia, per Filippopoli e Adrianopoli, e finalmente fummo a Costantinopoli, dopo avere cavalcato quarantasei giornate da Ragusi per paesi assai fertili, ma però disabitati. Di questo viaggio non mi estenderò a dirne altro particolare, essendone stato detto e scritto abbastanza da molti. Dirò solo che d viaggio è incomodissimo e molto pericoloso, poiché i viandanti che sono in gran numero, come eramo noi,