4»9 fu fermato da Mustafà dicendogli « Uomo vile! non sei « tu figlio di Solimano imperatore! » E fattolo fermare per forza, diede la caccia a tutto l’esercito di Bajazet,e lo ruppe. Ebbe costui un fratello pascià, con l’ajutodel quale prese una figliuola di un figlio del soldano del Cairo per moglie, ricca di settanta in ottanta mila zecchini di rendita, la quale, morendo, lasciò ogni facoltà a Mustafà. Fu poi mandato costui alTJemen con carico di ricuperare quella parte rebellatasi dall’impero tur-chesco; ma non avendo potuto Mustafà farvi alcun buon progresso, si era ritirato nel Cairo aspettando alcun ordine della Porta. Era in quel tempo pascià del Cairo Sinan Bosniese, il quale avendo odio antico contro Mustafà per avergli fatto morire un fratello, l’accusò ai Gran-Signore di aver mancato nell’impresa dell’Jemen, ed aver tentato di far morire lui con veleno, ed alcuni altri principali turchi del Cairo, per impadronirsi di quel paese. Fu quest’accusa facilmente abbracciala, e credula dal Gran-Signore, essendo stata fomentata sempre da Mehemet primo visir, nemico capitale di Mustafà; e per dargli castigo, il Gran-Signore mandò al Cairo il ciaus-bascì, acciò gli mozzasse la testa, con comandare a Sinan che porgesse a detto ciaus ogni favore ed ajuto perchè più facilmente mettesse in esecuzione il suo co-mandamento. Ma essendo stato avvertito Mustafà da certi suoi amici di Costantinopoli, si fece forte in una parte della città con più di due mila cavalli, tra schiavi ed altri suoi dependenti, benissimo armati di archibugi, dimochè non ebbero ardire nè il ciaus-bascì, uè Sinan-pascià di eseguire il comandamento del Gran-Signore. In questo tempo si parti Muslafà con sessanta o settanta cavalli, ed ili pochi giorni giunse in Costantinopoli;