41 o dove con ii favore di Amurat figliuolo del Gran-Signore, e del beilerbei della Natòlia,ebbe grazia di giustificarsi, di modo che in pochissimi giorni ritornò in grazia del Gran-Signore molto più che prima, facendolo pascià-visir, con restituirgli anco dugento mila zecchini spesi del suo per l’impresa di Jernen. Con questa occasione propose poi Mustafà al Gran-Signore l’impresa di Cipro, offerendosi di farla esso per stabilirsi maggiormente nella nuova grazia del suo principe. Mehemet primo visir visitò allora Mustafà, presentandogli dodici bellissimi cavalli ed altri ricchissimi presenti, scusandosi dell’officio fatto contro di lui, procurando d’allora in poi di tener celato quell’odio, che per innanzi aveva fatto palese ad ognuno, il qual’è forse ora nel maggior colmo perii successo dell’impresa di Cipro; la quale gli ha dato molto credito presso al Gran-Signore. Nè meno è pregno di odio Mustafà contro Mehemet e Sinan, di quello che sieno tutti e due verso lui, nè restano 1’ uno e 1’ altro di farlo conoscere al Gran-Signore con le occasioni che si appreselitano. Mustafà è di sessantanni in circa, di complessione collerica e sanguigna, di statura più presto grande che mediocre, assai proporzionato, di pelo nero, e carnagione bruna. Ha faccia virile e grave ; è ardito e risoluto nelle sue azioni, più presto che prudente; è superbo, e molto crudele '. Ha un figliuolo di meno di trent’anni già pascià di Aleppo, governo principalissimo per l’onoranza ed utilità. Si duole della esecuzione che fece contro li resi di F.amagosta, e si scusa accusando per troppo superbo il misero Bragadino, la morte del quale spiacque * 1 suoi fatti nella impresa di Cipro lo provano esuberantemente.