167 nopoli Tanno seguente, e che per questa ed altre cause io dovessi poi essere astretto di star per bailo in Costantinopoli molto più lungo tempo di quello eh’è l’ordinario, con mio grand’interesse, deliberai di chiedere con ogni riverenza libertà di poter baciar la mano di sua maestà e pigliar buona licenza, e di poter partire ogni fiata che fosse inandato il mio successore. La qual libertà, siccome io la richiesi con animo di preponerein qualunque caso il comodo e voler di quella al mio particolare interesse, cosi da lei mi fu gratamente concessa, e giunse l’avviso in tempo che io ebbi modo di poterla eseguire con particolar favore e dimostrazione d’ animo di sua maestà verso la serenità vostra, perchè non solo ottenni il favore, per mezzo del signor Rustan-pascià, siccome vostra serenità m’aveva imposto, di baciar la mano a sua maestà in presenza di tutta la sua Porta, ma che anco gratamente mi rispondesse non una ma più parole contra il suo costume, e con grande maraviglia di tutti, in segno di grande dimostrazione dell’animo suo verso questo eccellentissimo dominio. Ed in vero il favore fu tale, che non una ma più fiate il signor Rustan-pascià, ragionando meco, me l'ha detto e ricordalo, con dimostrare d’aver piacere che io riconoscessi il tutto da sua signoria, siccome mi sono sforzato di fargli conoscere che cosi tenevo che fosse stato; ed anco il magnifico suo fratello mi ha di ciò parlato più volte, il qual forse per questa causa è proceduto meco nel suo negoziare con maggior rispetto e destrezza di quello che avrebbe fatto. E qui parmi, poiché si è fatta menzione del Sofi, che sia bene ch’io riferisca all’eccellentissime signorie vostre quel poco che io ho potuto intendere di esso Sofi, e della religione e forze di quello.