230 maestà un ambasciatore (li Tartari, il quale portò per presente alcuni zibellini; e per quanto s’ intese egli non aveva negozio alcuno che fosse pertinente a questa guerra. All! 29 del detto mese morì sultan Gengir. Il suo male fu male di punta, che in quattro giorni lo fini; e perchè fuori del serraglio 11011 si sapeva della sua malattia, quando uscì la nuova della morte sua fu fatto giudicio che morto fosse il Gran-Signore, e questa nuova si sparse in modo che si credeva in diverse parti della città, onde in alcuni luoghi erasi cominciato a saccheggiare. Li bazar che sono li luoghi dove si tiene la mercanzia, erano tutti sottosopra , e la cosa era per andare di male in peggio se Ibraliim-pascià, qual si partì dalla sua abitazione, a cavallo correndo non andava dal Gran-Signore a narrargli l’importanza del caso, richiedendogli che uscisse fuori per mostrarsi alli giannizzeri che già tumultuavano. Il quale siccome si trovava uscì incontinente, e si fermò sulla porta della casa con un bastone in mano, sopra del quale stava appoggiato. Come li giannizzeri lo videro si acquetarono, e così il tumulto che facevano molle genti che erano corse alla casa del principe per intendere la certezza del fatto, non procedette più oltre. E furono spediti tutti li ciaus in varj luoghi della città per acquietare il tumulto che ancora vi si faceva. La cosa ebbe principio con grande spavento di noi altri che dubitavamo di perderla roba e la vita, ma ad 1111 tratto ebbe presto fine con pochissimo danno d’ognuno, perchè molti di quelli che avevano tolto, restituirono, sì che poca cosa si perse. Il giorno medesimo dopo desinare si fecero l’es-sequie del morto sultan Gengir in una moschea pie-