205 aveva falto ogni soldato schiavo. E certamente non il favore della madre degli altri fratelli, il quale è grandissimo, non la presenza dei medesimi, non il favore e aiuto di fìustan-pascià ch’è potentissimo di danari, i quali in tanto tempo che è gran visir si è affaticato di cumulare per ogni via cosi diretta come torta , sa-rehbono stati bastanti di fare, che gli altri fratelli gli avessero fatto un minimo contrasto, non che torgli il regno. Il pascià che vide il moto de’ giannizzeri, e che sentiva bene tuLto l’esercito essere affezionato a questo signore, dubitò che qualche sinistro accidente non gli avvenisse, e però si deliberò di non rimanere in Iconio? e celando quello ch’egli aveva nell’animo, fece dar voce nell’esercito che i Soffia ni erano più potenti di lui, e che per questa causa non voleva andare più avanti, se prima all’eccelsa Porta di tal cosa non mandava avviso, e che da questa tornasse la risposta con comandamento di quello che dovesse fare. E scrisse, e tornò la risposta con comandamento, ch’egli con tutto l’esercito tornar dovesse in Costantinopoli. E perchè non era conveniente, essendo li Soffiani sull’armi e potenti in campagna, e su quello di questo Gran-Signore, di levar un esercito da quelle parti, lasciando il paese vuotodi gente, si può forse chiaramente conoscere che nella lettera ch’egli scrisse a Costantinopoli altro si commetteva di quello ch’egli aveva dato voce di avere scritto, e forse con queste lettere egli diede principio a mettere mano nel sangue di chi più oltre si dirà. Lascierò questo discorso per ora per seguitare la nar-razion mia. Ritornò il pascià in Costantinopoli ove il Sultano migliorò, e fecesi sano. Quello che conferisse pui il pascià con lui 11011 credo che sia uomo che lo sappia.