468 prigioni. Resta solo di veder la grandezza incomparabile dei Turchi allora che sono alla campagna, e negli eserciti, via dalli quali sono fuori del loro posto naturale. Così anco la grandezza del proprio Gran-Signore è poca se vorremo considerarla nell'umiltà degli alberghi suoi così angusti; ma vedendolo a cavallo, come si vede il venerdì andando alle moschee, e molto più quando fa divano a cavallo (che così negozia le cose di grand’importanza facendosi accostar ora l’uno ora l’altro pascià), allora scopre l’altiera pompa della sua superbia, andando accompagnato da un numero infinito di cavalli, e di pedoni, che sfavillano da tutti i lati d’oro, e di gemme con vario ordine, senza strepito, con silenzio non interrotto, con una prontezza di servire, una obbedienza, una devozione, che come non ha esempio presso altri principi, così confonde qualunque ne è spettatore. Ma questo pure lo confonde, che là dove fiorirono la virtù delle armi, l’invenzione delle scienze, la ragione delle arti, la gentilezza dello scrivere, la bontà delle leggi, la prudenza dei savj, ora la natura e la virtù par che abbiano per calamità nostra perduta la giurisdizione loro. Giaciono i regni miserabili, e dati a peregrini e barbari dominatori: ricopre l’erba le città più famose: le opere eccelse, o sepolte, o consumate, o rovinate rimangono, come che la barbara violenza abbia non solo estinto la virtù, le armi, e le lettere, ed oscurata ogni sorte di libertà e di nobiltà, ma fino da radice svelta ogni memoria di tante opere illustri; lasciando a parte tante e così belle campagned’ogni coltura ignude,con un lagrimoso proverbio a quelle poche e povere genti, che vi sono ancora sparse ed oppresse, che dovunque il cavallo del l’Ot-tomano mette il piede, non vi nasce mai più erba.