3 13 dulia nell’ impero tnivhesco alcuna contribuzione di danari. Ben è vero che se si risolvessero di procedere, come neU'altre cose fanno, violentemente, potrebbero massimamente in Costantinopoli prevalersi di mollo danaro, dovendosi credere che in quel luogo ve ne sia ridotto grandissima quantità, per le spoglie fatte da loro di tanti regni. E s’io potessi ora discendere a molli particolari deli’infinite ricchezze private, veramente crederei di esser poco credulo; voglio però pur dire quello che Ruslan-pascià lasciò di facoltà, che fu la valuta di quindici milioni d’oro, per quello che dicono quelli che parlano anco riservatamente, affermandosi che alla sultana sua moglie restasse mezzo milione d’entrata, la quale tuttavia oggi gode. E veramente quelli che sapessero le spese che lei tuttavia va facendo, non sarebbouo lontani da questa credenza ; poiché dicono, fra le altre cose, che edifica un acquedotto per spazio di quaranta giornate di cammino, per condurre un’acqua per un deserto per il quale passano li pellegrini mussulmani che vanno alla visitazione della Mecca; e la serenità vostra può ricordarsi con quanta istanza essa sultana mi fece scrivere, ch’ella fosse contenta di lasciar estrarre dugento mila libbre di acciaro per far solamente scalpelli e picconi per tagliare alcuni monti per dove si deve condur l’acqua. Ora mò si parla assai delle ricchezze di Mehemet-pascià, poiché oltre gl’infiniti donativi minori, ve ne sono molti ancora di venti e trenta, cd anco fino a cinquanta mila ducati l’uno. Ma non debbo io ora allungarmi in ciò, lasciando che da sé medesime le signorie vostre eccellentissime lo considerino, sapendo che non si fa menzione di grado, e altra cosa alcuna di grazia o di giustizia in quello amplissimo impe-