212 to, si levò un grandissimo strepito nel campo, perchè tutti a un tempo correvano fuori delli padiglioni per veder quell’effetto, ch’era segno dell’accaduto. 11 Gran-Signore, acciò che li giannizzeri non facessero qualche moto stimando che Mustafà fosse ancora vivo, di subito fece mettere fuori delli padiglioni il corpo del morto figliuolo sopra un tappeto in luogo dove ognuno veder lo potesse. Avanti che il corpo del morto fosse posto fuori delli padiglioni, gli fu trovato nella scarsella la lettera che con la freccia gli fu tirata nel padiglione, la quale il Gran-Signore lesse, poi subito mandò a depo-nere Cardar pascià-visir; per il che alcuni fecero poi giudizio, che il Gran-Signore sospettasse che Cardar avesse scritto quella lettera. Ma questi s’ingannano, perchè s’egli fosse caduto in sospizione tale gli sarebbe andata la testa. Dopo, due capigì condussero il miriacuba del morto, e il suo capo delle bandiere dinanzi li padiglioni del Gran-Signore, e ivi fu loro tagliata la testa. Costoro erano li più cari, e più affezionati signori che avesse sultan Mustafà. Il capo delle bandiere era gentiluomo veneziano di casa Michiel ; il quale essendo garzonetto sur una galea, fu preso insieme con la galea dall’armata turche-sca , nel tempo dell’ultima guerra che il Turco fece con la serenissima repubblica di Venezia, che fu del 1538. Costui era il principale di tutti gli altri schiavi di esso Mustafà. Si fecero l’essequie del morto per tutto il campo d’ordine del Sultano, e dopo fu posto il corpo sopra una delle carrette regie, e così gli altri due in due altre, e furono portati in Bursa a seppellire. Tutte le genti dell’esercilo erano in grandissimo dolore di questa morte, e più di tutti gli altri li giannizzeri si dolevano, h