aSo Li Polacchi confinano poco ed hanno assai buona pace coi Turchi, fermata durante il regno di questo Gran-Signore; ma però se vi fosse un re più bellicoso e generoso di questo, avrian gran modo, a vendo pace coi Moscoviti, di stringer mollo i Turchi, come hanno fatto per il passato. Li Moldavi, Vaiacela, Transilvani, ed Ungheri, stanno come l’anime del limbo, aspettando un lume che mostri loro la strada di levarsi dal giogo turchesco. Quel poi che desideri ora la maestà dell’imperatore, e vostra serenità, non accade dirlo. Contutlociò, e benché questo imperio de’Turchi sia di dentro pieno di tanti scontenti, e si possa dire senza fortezza alcuna, e di fuori abbia tanti nemici, vive però molto sicuro con dugento mila bravi uomini da guerra bene a cavallo, e cento cinquanta galere, mollissima artiglieria, vettovaglie, e danari per fare trenta anni la guerra. Risponde arditamente ora a queslo ed ora a quello, e tal fiata a due e tre bande a un tratto a chi vuol dargli disturbo, riportandone quasi sempre vittoria e riputazione, essendo i Turchi, al mio giudizio, li più gran combattenti che oggi si trovino al mondo; e se avessero tanta arte quanta han forza, non si potria resistere loro per modo alcuno. JNon sono, come alcuni cristiani credono, uomini di paglia e da non stimare, ma sono anzi da temere, e da non combattere se non con estremo vantaggio, come gli Spagnuoli e i Tedeschi l’han-no provato tante fiale. E ciò non procede da altro, se non che per li nostri delitti Dio esaudisce troppo le orazioni di essi Turchi; i quali ogni giorno cinque fiate pregano per la vittoria del Gran-Signore, e per la disunione dei cristiani, e senza fine ringraziano Dio delli beni che loro