201 andando alla volta d Erzerum, nella qual città era Scander-agà beilerbei con una quantità di cavalleria. 11 quale avendo inteso deirimprovviso assalto die i Sof-liani avevano dato a coloro che erano per fare la fortezza, non sapendo che quantità di gente fossero, non usciva fuori della città. Ismaele desideroso di fare qualche bella impresa, fece una imboscata della maggior parte della sua gente, e con pochi comparve alla vista della città, sperando con questo mezzo di tirare il beilerbei fuori della città in campagna. Gli riuscì quanto designato avea; perciò che subito che il beilerbei vide le genti che comparvero a vista della città essere poche, per non lasciare che danneggiassero il paese, uscì fuori, e delle genti che seco aveva ne fece due squadre, l’una tenendo con sè, e l’altra, sotto di un sangiacco,mandando per un’altra banda fuori per torre li Soffiani di mezzo. Li quali come viddero le genti Turchesche uscir fuori, e venir loro a fronte, si posero all’ordine per combattere; e attaccala una scaramuccia in poco d’ora finsero di fuggire. I Turchi credendo d’averli rotti li seguitavano, ed i Sotlìani tanto li tirarono avanti, che li condussero nell’imboscata. Allora essendo i Turchi posti in mezzo da tanti soldati, che erano il terzo più di loro, e senza paragone più valorosi, furono per la maggior parie tagliati a pezzi. Furouo salvi al quanti prigioni e il beilerbei, che fuggì ferito e mal trattalo con altri sette valorosi soldali, che lo difesero fino che nella fossa della città si salvarono buttandosi dentro, perchè non ebbero tempo d’entrare per la porta. I Soffiani fatta l’impresa si posero a campo sotlo la città, e vedulo dappoi che non potevano espugnarla, e vedendosi venir l’invernata addosso, si deltero a guastar lutto il paese, dove fecero un dan-