Q Q Q<^^Q 0 <ÓS> @ <»>0 OO JL^ovendo, serenissimo principe ', gravissimi ed eccellentissimi signori, per obbedire al comandamento della serenità vostra, servare anch’io, piccolo servitore suo, il laudevolissimo institulodi questa eccellentissima repubblica, in dar conto e far relazione delle operazioni mie in questo viaggio al serenissimo Signor Turco, mi par cosa conveniente prima supplicare alla serenità vostra, ed alle signorie vostre eccellentissime, cbesi degnino benignamente ammettere il parlar mio, e con la loro umanità superando quanto conviene alla piccolezza mia, concedermi tanto favore della lor grata udienza , eh’ io possa con più sicuro animo esporre quelle cose, (piali, nel breve spazio di tempo che io son stato a Costantinopoli raccolte, ho giudicalo degne dell’intelligenza della serenità vostra e delle signorie vostre eccellentissime; essendo dal canto mio per usare ogni studio, lasciando da canto le superfluità, di tanto stringere il parlar mio, che non abbia a tornare alle medesime odioso. E perchè non ho mancalo con mie let tere, insieme col clarissimo bailo, di quanto è succes- 1 Andrea Gl’itti , tinge.