92 to seco Jui, mai m’ha detto altro più efficacemente, che essendo desiderio suo di stare in pace, Spagna e Ferdinando 1’ hanno ingannato, una per le cose d’Africa, l’altro per la Transilvania, affermandogli sempre l’ara-basciator loro, che è ancora ritenuto, sopra la propria testa che l’imperatore restituirebbe l’Africa, e che il re dei Romani non voleva la Transilvania. Pure con tutto questo in quella occasione furono mandate lettere dal serenissimo re dei Romani al suo ambasciatore ritenuto, la copia delle quali mandai io alla serenità vostra,onde si risolvè di mandare il segretario aire dei Romani con quella commissione ch’io scrissi: il quale se fosse ritornato in tempo, o avessero Spagna e Ferdinando mandato nuovo ambasciatore alla Porta, facilmente si sarebbono rinnovate le tregue per quattro anni, se avessero voluto. Ma il Racanà venne fuor di tempo, perchè già era uscita l’armata, e cavalcato Achmet-pascià alla volta d’Ungheria, ed era già stato stabilito quel che F armata tur-chesca dovea fare insieme con T armata del re cristianissimo. Io sono stato, serenissimo principe, lungamente ragionando della persona di questo pascià, perchè a conservar l’amicizia che si ha col Gran Signore, non è mezzo alcuno più potente che aver detto pascià amico e favorevole; nè si può con più sicura via, e più certa acquistarlo che con il danaro, perchè oltre cheèdi natura molto cupida, pare a lui che a presentarlo si faccia conto della persona sua. Questa strada tengono tutti quelli che vogliono qualche grazia da lui, nè si potria dir quanti presenti e di quanta importanza gli siano portati ogni giorno; e quello avermi detto tante volle, come ho scritto « Io sono amico della Signoria, ma essa non mi