\\\ si vede altro die una povera moschèa, e una cappelletta, ove sono sepolti dodici suoi figli. Era costui altrettanto savio quanto splendido, e non voleva lasciar negli occhi de’suoi enioli fabbriche eccelse per non aver a dare maggior occasione d’odio e d’in vidia, che di grandezza e di splendore. Furono tutte le sue azioni prudenti ed illustrissime, e quella specialmente che fece in Ungheria , quando tenne tanto ingannato l’esercito per la morte di sultan Solimano, onde fece porre in sedia il figliuolo di detto Solimano, Seli ni '. Alla costui morte è successo Achmet-pascià, il qual aveva assai nobil natura, ma come che mobile di testa si avviluppava facilmente in negozj, non intendeva, non risolveva, nè mai volle accettar presenti; ma era in modo ricco, che non sapeva che far della roba, e si l rovava più tosto nel bisogno di parliti da spendere, che di accumulare. Ebbe le facoltà di Rustan, avendo in moglie la figliuola della Sultana vedova. Ha vissuto costui poco più d’un mese, ed è morto questi giorni addietro di mal di pietra. Ultimamente è ritornato Mustafà dall’esercito lasciato in Persia % il titolo del quale non essendo stato espresso dal Gran-Signore, non è ancora conosciuto da- 1 Vedi la nota a pag 3^0. a Amurat 111, impasto singolare di buone e ree qualità, nel quale le ultime finalmente preponderarono, volle illustrare i principii del regno suo ¿olla più difficile impresa che i sultani di Costantinopoli tentar potessero , rimpresa di Persia. E mosso da quest’impeto suo, e fidato nella parola di un imàno, il quale gli aveva detto di aver veduto in sogno sulla porta del divano scritto a lucentissime lettere — Amurai vincitore dei Persiani —• mosse l’esercito verso quella frontiera sotto la condotta di Mustafà, il barbaro conquistatore di Cipro. Quella predizione tornò fatale all’esercito che la tentò; ma all’epoca della presente Relazione, le cose non erano ancor molto avanzate.