v 203 Costantinopoli nel mese di settembre, salvo il vero. Ma perchè il desiderio del detto pascià è stato sempre di non si allontanare dalla persona del Gran-Signore, il che desiderava sperando che in caso della morte di quel- lo uno delli figliuoli che il Gran-Signore ha con questa donna che ora è in favore con lui, ascendesse alla dignità della corona (la quale di ragione veniva a sullan Mustafà primogenito, il quale nacque d’un’altra donna, e per diverse cause inimicissimo del detto pascià); per queste cause fu il pascià così poco sollecito nel viaggio, trattenendosi ora in un luogo ora in uiTaltro, che appena nel mese di novembre egli giunse in Iconio (Konieh) città della Licaonia, la qual provincia insieme con la Cilicia ora si nomina Caramania, e in questa città d’ Iconio fanno residenzia ordinaria i beile/bei diCaramaffia per una gran parte dell'anno. Due giornate innanzi che ad Iconio si arrivi venendo da Costantinopoli, si trova la strada .che conduce in Amasia, città della Cappadocia, nella quale faceva residenza sultan Mustafà allora primogenito del Turco. Come il pascià giunse a questo passo, la maggior parie dell’eser-to essendo già avanti passata alla volta di Iconio, Ji giannizzeri che erano con lui, dissero che volevano andare a far riverenza a sultan Mustafà loro futuro signore. Il pascià subito intesa la cosa, dubitando di qualche pericolo di sè stesso, fece fare comandamento che alcuno non si partisse da lui, ma che ognuno seco andasse alla volta d’Iconio. Ma non per questo comanda mento vollero restare i giannizzeri di far quanto avevano deliberato, e così tutti si misero in cammino per Amasia. Il pascià con Tagà de’giannizzeri, e con quelTaltra gente ch’era rimasta, si mise in via per Iconio.