I () e distribuita nelle provincie e nelli territorj, ed ha il pagamento da quelli. In Europa, sopra tutte le provincie ivi possedute dal Gran-Signore, è un beilerbei con ducati sedici mila d’entrata di timaro, il quale ha sotto di sè trenta sangiac con timaro da quattro sino a dodici mila ducati, quatlrocento subasci con mille ducati 1’ uno per l’altro per uno, e trenta mila spai, 1’ uno per l’altro con ducali duecento per uno; e ciascuno, per ogni cento ducati, è obbligato a tener un uomo con la lancia per combattere, e non si chiama spai chi non ha ducati cento; poi venti mila timargì con meno di ducati cento per ¡ino. Monta l’assegnazione di dette genti a sette milioni <• più di ducati, ma ne trae ciascuno più dell’assegnazione Sonvi eziandio sessanta mila ambagi, cioè carradori a cavallo, scritti per il paese con alcune esenzioni , e quando il Gran-Signore li chiama nell’esercito,le ville e le città danno loro il modo di vivere. In Asia sono sei beilerbei; uno di Natòlia con timaro di quattordici mila ducati, dodici sangiac con quattro fino a sei mila ducati per uno ( eccetto il san-giaclic di Magnesia, all’incontro di Scio, che è del figlinolo primogenito del Gran-Signore, ed ha ducali trenta mila d’ entrata ), e dieci mila spai con cento fino a dugento ducati; uno di Caramania con ducati dieci mila, sangiac sei, e spai cinque mila, con li timari cerne sopra ho detto; uno di Amasia e Toccato conducati olio mila, sangiac sei, e spai quattro mila; uno di Alidule con ducati dieci mila, sangiac cinque, e spai ■ L’ oratore suppone nel lettore la cognizione che non solo i beilerbei i sangiac e i timargì propriamente detti avessero 1’ esistenza loro nel godimento di beni regj, ma eziandio i subasci e gli spai.