t. °7 stali tinopoli, ed hanno buona comodità di mulini, e maestri sforzati che ne fanno. Così di vele si forniscono facilmente per i lini che hanno sopra la Grecia verso il mar Maggiore, dove, per essere il luogo umido, nascono alcune sorte di lini delli quali fanno tele grosse e in abbondanza, e non mancano dai nostri dì molta caiiapa. Al presente non vi è altro maestro, salvo che uno assai buono, di nazione greca, nato in Rodi, nominato Michele Belletto. Avrebbero tre o quattro che saprebbero dar sesto a galere, ina tutti dipendono da questo capo e lo stimano molto, e hanno di salario aspri quindici al dì. Altri maestri salariati non vi sono, ma vi sono altri che lavorano di grosso nei legnami dell’arse-nale, così (li ferramenti come d’altro, e possono essere trecento. A tempo veramente d’armata, per comandamento fanno venir gente di Gallipoli, Mitilene, Scio, Rodi, ed altri luoghi diversi a lavorare, e di questi, per usar la forza, n’hanno molto numero, e mentre che lavorano li pagano da aspri olto sino a dodici al dì, e son tutti Greci, eccettuando alcuni schiavi, quali a utile dei loro padroni delle galere curano tutte le cose necessarie. Quanto alle ciurme, per due o tre mesi innanzi al partir dell’armata, si mandanociaus con comandamento a Ili sangiac, ed altri ministri nelle proviucie, e ciascuno secondo la lassa che gettano è obbligalo a far condur tanti uomini, e mancando gli uomini a dare aspri mille per lesta, ma con difficoltà ne hanno de’buoni. Molli apprezzano l’armata degli schiavi usati alla catena, ed anche li venturieri che chiamano maraiuoli, i più delle