l7 sette mila: uno ili Diarbekir, che è alli confini degli stati del Gran-Signore, con ducati trenta mila, sangiac dodici, spai dicci mila: uno di Siria e Giudea con ducati ventiquattro mila, sangiac dodici, spai venti mila : e poi il beilerbei del Cairo e delle Arabie con ducati trenta mila, sangiac sedici, spai sedici mila, e giannizzeri tre mila. È poi stalo di nuovo aggiunto un beilerbei del mare, o capitano di tutte le forze mafittime, il quale è Gairadin, dello Barbarossa', essendo per innanzi stato capitano delle armate il sangiac di Gallipoli. Delle quali forze marittime avendosi a parlare, bisogna dire come delle terrestri, cioè che sono in parte di buona, ma la maggior parte di mala qualità. Il bene è, che nel dominio grande che ha il Signor Turco vi è modo assai di aver le cose necessarie per fabbricare na-vilj, essendo sopra del Mar Maggiore ed in altri luoghi boschi bellissimi: il ferro eziandio e la pegola non mancano: de’canapi, sebbene non ne hanno di molto buoni, pur col danaro ne ritrovano: oltre di ciò essendo il paese grande, hanno modo di aver gente assai da remo, sicché, per quanto appartiene a galeotti, avriano sempre modo di fare ogni grande armata. 11 male poi è, prima in quanto appartiene al fabbricare i legni, che non hanno maestri, o molto pochi, essendone nell’arsenale solamente ventiquattro fra marangoni, calafali ed altri, fra quali persone di conio sono Reteppo che è Turco, il fratello di Giovali 13appa, che va con le galere della celsitudine vostra, p messer Gioan Francesco Giustiniano, del quale parlerò da poi: e quando vogliono far lavorare assai, mandano a pigliar maestri a Scio, ed in diversi altri luoghi. Ma 1 Vedi Serie i.a Voi. i.° pog. i58. Voi. 111. a