228 il beilerbei d’Aleppo, che è figlio il’una sorella che fu di sullan Selim, padre di sullan Solimano, il quale comparve con miglior ordine, e meglio vestito di lui, e la sua gente con tutti gli altri potevano essere da trecento uomini a cavallo ben all’ordine. Dietro a questi camminava una squadra di quaranta capi dei solac, detti solac-bascì, tutti vestiti di seta e d’oro, con la lancia sulla coscia, e tutti serrati insieme che facevano mostra d’una bellissima squadra; perchè oltre che erano molto ben in ordine, erano tutti uomini scelti di bellissima persona. Dietro di loro erano i giannizzeri tutti a piedi, che camminavano in massa, senza alcun ordine di fila. Alquanti di loro avevano armi d’asta, cioè spiedi, alabarde, ronche, e sponloni, e altri avevano lo schioppo: ognuno aveva la scimitarra e il cangiar accanto, e sotto la cintura. Il numero loro era ottomila, e in tanto numero non era pur uno che avesse lo stoppinoacceso; meno è da credere che avessero lo schioppo carico. Nell'ultima schiera, che potevano essere da trecento, tutti avevano grandissimi pennacchi in testa, chi d’una sorte, chi di un’altra, che li faceva fare una bellissima mostra. Dicono che a tutti quelli che fanno qualche bel fatto in guerra, è lecito levare questo gran pennacchio, e stare in questa parte della schiera come i più valorosi , e che agli altri non è data tal licenza-Dietro a tutti era il loro agà sopra un bellissimo cavallo bajo, vestito di velluto cremisino, e camminava alquanto discosto dagli altri. Dietro a lui era sullan Gengir figliuolo del Gran-Signore, il quale con umanità andava salutan do le persone che da una banda o dall’altra della strada vedeva che gli facessero riverenza. Dietro poi erano gli staffieri del Gran-Signore in