anche primo pascià, secondo i portamenti loro e la lor buona fortuna. Di queste cinque case s’usa fare il medesimo che si fa degli altri serragli, cioè che ogni due anni, quando si fa la scelta degli altri serragli, si cavano ancora i barbuti di queste, ed il modo è tale. Vengono quei quattro maggiori eunuchi sopradetti, e cavano da queste cinque case quelli che paiono loro più barbuti, e li mettono da parte. Di quelli poi che restano, li più belli, letterati e costumati, li cavano dalle prime case, la piccola e la grande, e li mettono nelle due altre, cioè della credenza e del tesoro, e quelli che lor paiono medesimamente degni d’ andar al servizio di sua maestà, mettono in quel serraglio, finché vengano in età di uscir fuori. Dopo questa scelta, va il capì-agà, e dice: « Signore è venuto (t già il tempo che li vostri schiavi, quali pregano Dio « per la vita di vostra maestà, devono uscir dal serra-« glio ».Il Gran-Signore dice nolà, che vuol dire sia fatto; e subito tulti quei barbuti che hanno ad uscire, si mettono in ordine quanto meglio possono per baciar la mano di sua maestà, la quale innanzi la porta della sua stanza, sopra una piazzetta ov’è un grandissimo e ricchissimo tappeto di seta e d’oro, posto a sedere sopra un seggio alia turchesca, con gran maestà, con una mano al fianco sopra il pugnale, e l’altra sopra la coscia, ordina che siano chiamati quei barbuti, quai vengono a uno a uno grandemente allegri e riverenti, e chi gli bacia la veste, chi li piedi senza dir parola veruna. Poiché il Gran-Signore gli ha visti tutti, li saluta, ed essi inclinando la testa fino alle ginocchia fanno segno di ringraziare Iddio e sua maestà d’essere usciti del serraglio con sanità; e nel partirsi è dato a ciascuno il suo grado