38a Alli 19 del medesimo entrò l’Uccidali 1 con ses-santacinque galere sottili, molte d’ esse assai buone, e fece ancor esso le sue visite al pascià ed al Gran-Si-gnore con ricchi presenti. Andarono li clarissimi a visitarlo, e furono fatti aspettare un pezzo in un cortile, e dopo introdotti in una saletta , dove 1’ Ucchialì li ricevette poco cortesemente in piedi. Il clarissimo ambasciatore gli disse, che essendo egli stato mandato a quella eccelsa Porta per la confermazione, e stabilimento dei capitoli della pace con il Gran-Signore, aveva avuto espressa commissione dalla serenissima repubblica di visitarlo, ed insieme dirgli, che così come la pace sarebbe stata ferma e buona , così esso sarebbe sempre stalo caro a quella repubblica per il valor suo, e per le sue onorate qualità. Rispose 1’ Ucchialì che lutto quello che faceva la repubblica di Venezia lo faceva a proprio bene; nè seguitando più la risposta, soggiunse l’ambasciatore , che in segno che egli era mandato da quella serenissima repubblica gli dava la lettera di credenza, al che rispose 1’ Ucchialì, egli essere schiavo del Gran-Signore, e che faceva tutto quello che gli commetteva, e che però non occorreva dargli lettere; e di nuovo rep-plicando le medesime parole non volle accettarla. Gli disse poi l’ambasciatore che quando fosse ritornato a Venezia riferirebbe al suo principe il valor suo, la sua prudenza , e 1’onoratissime qualità sue; ma 1’Ucchialì gli rispose che riferisse quello che era, e si licenziò, essendogli prima offerto il presente ordinario, che non fu accettato, volendo in ogni cosa nio- » Personaggio noto nella storia , ma del quale non parlo, perchè intorno lui si distende abbastanza lo scrittore.