249 primo alloggiamento, ordinò il Gran-Signore che il seguente giorno non si camminasse; e fattosi apparecchiare per quel giorno un padiglione grandissimo aperto, fece ridurre li signori pascià e tutti gii uomini principali, si della gente a cavallo come de’gianuizzeri e solac, ed essendo egli a sedere sopra una sedia stata posta sotto quel padiglione in luogo eminente, che poteva essere veduto da ognuno, incominciò a parlare, dicendo; tt Ora, come « voi potete vedere, siamo in luogo arrivati che poco « ancora ci resta sopra il nostro da camminare, e presto « presto entreremo nel paese del perfido Tamas inimico « di Dio e nostro ancora, contro del quale non mi ha « mosso a far guerra nè ambizione che io abbia di do-« minare il paese suo, e nemmeno cupidità di gloria, « che molti tengono che sia l’ultimo premio delle fati-« che della guerra, e de’pericoli che nelle battaglie si corti rono. Per la grazia del Signore Iddio sotto il mio impeti ro sono tanti regni, tante provincie, tante città, e tanti tt popoli mi danno obbedienza, che mi debbo piuttosto « contentare di quello che io ho, godendolo in pace, che « cercare di pigliare quel di altri con guerra; la quale « se ad alcuno deve essere molesta, a me deve essere ti molestissima, perchè ormai son fatto cosi vecchio e « dalle infermità così aggravato, die il riposo e la quieti te l’animo mio molto più desidera, che nuovi doti minj con fatiche, con travagli e con guerre. Maggior « gloria reputerei la mia, se quel poco di vita che mi « avanza potessi passare in pace, con la grazia del no- li stro Signore Iddio, conservando l’impero in quell’es-« sere ch’egli è, e voi con le ricchezze che possedete, e « con la sicurtà che lungamente voi e li figliuoli vostri « posseder le poteste, che vincere con battaglia un le